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Dal diploma tecnico ai vertici dell’energia mondiale: Enrico Mattei e la rivoluzione dell’ENI che ridefinì i rapporti con i paesi produttori
Tra formazione tecnica, esperienza partigiana e visione imprenditoriale: la vita straordinaria dell’uomo che sfidò le “Sette Sorelle” e ridefinì gli equilibri energetici internazionali.
25 Aprile 2025
Quando parliamo di riuscita professionale e di vita da parte di chi si è formato presso istituti tecnici in Italia, non possiamo tralasciare uno dei nomi più importanti: Enrico Mattei. Marchigiano di Acqualagna, nella provincia di Pesaro Urbino, nato nel 1906 da una famiglia umile – padre abruzzese brigadiere dei carabinieri e madre marchigiana casalinga.
Non sembra che la traccia familiare sia stata particolarmente significativa per la sua straordinaria riuscita. L’educazione paterna fu rigida e improntata al valore del lavoro; anche la formazione doveva essere indirizzata a quello.
Frequentò quindi l’allora Regia Scuola Tecnica di Vasto, in provincia di Chieti. L’istituto era uno dei più importanti e qualificati della zona centrale adriatica. L’evoluzione odierna di questo istituto è costituita dall’Istituto Tecnico Statale che non poteva non portare il nome del suo illustre frequentatore da studente, per cui si chiama I.T.I.S. Enrico Mattei. È un istituto che oggi offre un’ampia gamma d’indirizzi formativi: meccanica, meccatronica, energia, trasporti e logistica, elettronica ed elettrotecnica, informatica e telecomunicazioni, e il nuovo indirizzo liceale di Liceo Scientifico Tecnologico delle Scienze Applicate.
Mattei non riuscì a terminarlo, per l’incombere di problemi economici familiari, ma parlò sempre di questo istituto come tappa fondamentale della sua formazione e del suo approccio al lavoro, che infatti fu immediato, come operaio e poi dirigente di una piccola industria marchigiana di letti metallici a Matelica, in provincia di Macerata, dove la famiglia si era intanto trasferita al seguito del padre.
In anni successivi acquisì il diploma di ragioneria e approcciò lo studio universitario senza approfondirlo. Fece di nuovo carriera a Milano come agente di un’importante azienda di vernici di livello internazionale, ma la passione imprenditoriale prese il sopravvento e ne fondò una propria, anch’essa di successo, che lo portò a divenire fornitore delle Forze Armate.
La svolta importante della sua vita, quella che fece conoscere anche al mondo della politica le sue doti di straordinario organizzatore, avvenne tuttavia con la seconda parte della guerra, quella dopo l’8 settembre. Quando si trattò di scegliere, non ebbe dubbi ed entrò nella Resistenza, combatté come partigiano, inizialmente nelle Marche poi anche in Lombardia, nelle cosiddette “brigate bianche”, o “guelfe”, tanto da attirare l’attenzione, pur da clandestini, dei popolari, cattolici che avrebbero fondato la Democrazia Cristiana che lo fecero entrare nel CLN come figura di riferimento poi, nel dopoguerra, gli avrebbero affidato incarichi di grandissimo rilievo.
Oltre all’aspetto militare, per cui a un certo momento si trovò a comandare direttamente fino a duemila combattenti e con incarichi di collegamento su altri quarantamila. Le sue capacità organizzative erano anche di diplomazia, tanto che Luigi Longo, uno dei capi delle Brigate Garibaldi e futuro segretario del P.C.I., ebbe a affermare di lui: “Sa utilizzare in modo magistrale le relazioni con industriali e preti.”

Tutte queste doti trovarono la loro consacrazione nel dopoguerra, quando fu nominato liquidatore dell’Agip, considerata un retaggio del fascismo. Egli fece l’opposto: scontrandosi anche con membri del suo partito la portò all’eccellenza, confermando i dirigenti più validi del ventennio e aggiungendone altri di sua fiducia, dalle file della Resistenza.
Memore della scoperta, durante la guerra, di giacimenti di gas naturale, non si lasciò sfuggire quest’occasione. Conservò anche la SNAM, collegata per la progettazione di metanodotti, e fondò l’ENI, Ente Nazionale Idrocarburi che, oltre ad essere stato uno degli strumenti principali della ricostruzione dell’Italia nel Dopoguerra, la fece entrare nel novero dei grandi player dell’Energia, stipulando accordi con molti paesi del Medio Oriente, più favorevoli ai paesi produttori rispetto a quelli stipulati dalle famose Sette Sorelle angloamericane, e con la stessa Unione Sovietica, con un’apertura durata fino ai giorni nostri.
Il sogno dell’ex ragazzo del Regio Istituto Tecnico di Vasto terminò il 27 ottobre 1962, quando una bomba fece esplodere il suo aereo personale sulla campagna di Bascapè, in provincia di Pavia, ma gli effetti della sua intraprendenza e del suo coraggio, industriale e imprenditoriale, persistono e operano ancora, in modo assoluto.

Un tecnico chimico al lavoro presso il Centro Ricerche ENI di Novara
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